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Nei portafogli dei vostri clienti inserite cripto valute?

La risposta in via generale a questa domanda è sì, ma con le dovute cautele. Ogni nostro cliente ha una sua personale propensione al rischio, un suo patrimonio più o meno grande, obiettivi diversificati per grado di importanza, valore e orizzonte temporale, tali per cui non possiamo proporre delle modalità di investimento standardizzate. Le crypto valute non sono una tipologia di strumenti quindi che proponiamo a tutti indifferentemente, ma ne valutiamo l’uso caso per caso.

Se sì, quali strumenti utilizzate?

Di norma consideriamo solo le crypto valute più note e importanti, come Bitcoin o Ethereum, sulle quali possiamo proporre sia l’investimento tramite certificati tracker, ovvero strumenti che ne replicano l’andamento e che hanno anche un’efficienza in termini fiscali, oppure tramite l’acquisto diretto, attraverso piani di accumulo o servizi di acquisto e vendita diretti, come ad esempio un conto digitale su carta prepagata.

Che quota del portafoglio viene dedicata alle crypto valute?

Nei portafogli dei clienti in cui si è concordato di utilizzare questi strumenti, il peso percentuale da noi consigliato è sempre molto limitato, data la loro elevata volatilità. Di norma cerchiamo di proporli in un range tra 0,5% e 2% sul totale del portafoglio. Il nostro ruolo di consulenti finanziari autonomi comunque permette ai nostri clienti libertà di scelta e, come questi possono decidere di non detenerli, possono altrettanto scegliere di aumentare questa quota, nei limiti del proprio profilo di rischio. Il nostro compito è renderli consapevoli di tutti i rischi e delle implicazioni delle loro decisioni.