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Su Plus 24 de Il Sole 24 Ore di sabato 25/11/23, trovate il mio contributo all’articolo sul tema “Bond governativi fino a 5 anni. Lungo termine? In chiave tattica” 

Nell’articolo si è parlato di inflazione e di tassi di interesse e mi è stato chiesto quale durata media dovrebbero avere oggi i titoli presenti nella parte obbligazionaria di un portafoglio investimenti ideale.

Le mie risposte sono partite da un analisi dello scenario attuale, in cui probabilmente siamo giunti alla fase conclusiva dell’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali europea e statunitense, anche se non si può dare per certo che l’inflazione sia domata del tutto, nonostante il suo trend sia in evidente rallentamento.

Quali obbligazioni inserire nel portafoglio? 

Considerando di giungere alla fase che stiamo vivendo ora, già qualche mese fa ho iniziato a proporre ai clienti di inserire nel comparto obbligazionario dei loro portafogli strumenti con una duration (durata finanziaria, di cui spiego in seguito il significato del termine) più lunga, portandosi mediamente su scadenze intorno ai cinque anni.

Ovviamente, essendo i portafogli dei miei clienti creati su misura delle loro esigenze e obiettivi, anche la parte obbligazionaria segue questa logica, per cui, in linea con l’orizzonte temporale degli obiettivi, propongo strumenti obbligazionari con scadenze e tipologie diverse (governativi, aziendali, di buona qualità e ad alto rischio/rendimento).

La mia strategia come consulente finanziario indipendente

Ho ritenuto interessante iniziare questo cambiamento nei portafogli già qualche mese fa, in quanto in quel periodo il comparto obbligazionario presentava quotazioni molto depresse rispetto al passato e, in molti casi, rispetto a oggi.

Avevo preparato i miei clienti per comprendere che, anche se il momento di ingresso non fosse stato quello ottimale, avrebbero comunque potuto acquistare degli strumenti con un grado di rischio non particolarmente elevato (es. titoli governativi o obbligazioni societarie di buona qualità), con rendimenti molto interessanti (generati soprattutto dalle quotazioni allettanti, più che dalle cedole offerte), fissandoli per più anni, anche a fronte di qualche sbalzo di valore iniziale.

In diversi casi, ma per quote di portafoglio più limitate, ho suggerito anche l’acquisto di BTP con durate lunghe, oltre i dieci anni. Per clienti con necessità di recuperare le minusvalenze ho consigliato l’utilizzo ad esempio di un BTP scadenza 2037 con cedola molto bassa, in combinazione con altri strumenti che permettano la compensazione dei guadagni ottenuti con le perdite pregresse, dal momento che i guadagni in conto capitale ottenuti dai titoli di stato sono compensabili solo per il 48,077%.

A titolo di esempio, il  BTP 12/01/21-01/03/37 0.95% – IT0005433195, cedola annua 0.95% lordo, con cadenza semestrale e prezzo di acquisto ad oggi di circa 65. Offre al momento un rendimento annuo lordo del 4,50% lordo fino alla scadenza del 01/03/2037, di cui la maggior parte derivante da guadagno in conto capitale. 


L’idea è di sfruttare l’incremento del prezzo che il titolo dovrebbe ottenere in seguito all’avvio del calo dei tassi di interesse fra qualche mese, in quanto la sua lunga duration funge da amplificatore della performance.

Duration: cosa è importante sapere le obbligazioni in portafoglio

Che cos’è la duration? E perché è importante conoscerla e tenerne conto nella scelta degli strumenti che vanno a comporre la parte obbligazionaria del portafoglio? 

La duration è espressa in anni e giorni e misura il tempo necessario per recuperare il capitale investito attraverso le cedole e il rimborso a scadenza di un’obbligazione.

Essa misura la sensibilità del prezzo dell’obbligazione alle variazioni dei tassi di interesse. In generale, un’obbligazione con una duration più lunga è più sensibile alle variazioni dei tassi di interesse rispetto a un’obbligazione con una duration più breve.

Cosa significa in sostanza?

Facciamo un esempio. Immaginiamo di avere un’obbligazione che scade tra 10 anni e che offre un rendimento del 5%. Se i tassi di interesse aumentano di 1%, il prezzo dell’obbligazione diminuirà di circa il 5%. Questo perché gli investitori saranno disposti a pagare un prezzo inferiore per un’obbligazione che offre un rendimento inferiore ai tassi di interesse correnti.

La duration si utilizza per determinare l’impatto di un aumento dei tassi di interesse sul prezzo di un’obbligazione. Ad esempio, se la duration di un’obbligazione è di 5 anni, un aumento dei tassi di interesse di 1% comporterà una diminuzione del prezzo dell’obbligazione di circa il 5% (ipotizzando che si tratti di un titolo che non paga cedola).

In un periodo di aumento dei tassi di interesse quindi, il valore delle obbligazioni cala proporzionalmente tanto più quanto la loro duration è lunga.

Al contrario invece, in fase di calo dei tassi di interesse, tanto più è lunga la duration e tanto più è la crescita di valore dell’obbligazione. Obbligazioni in portafoglio con duration lunghe quindi sono molto volatili e possono quindi avere oscillazioni di valore importanti, sia in positivo, che in negativo.

Quali altri fattori determinano il rendimento di uno strumento obbligazionario?

La duration non è l’unico parametro che determina le variazioni di valore di un’obbligazione o di un ETF o fondo comune obbligazionario. Vanno considerati altri fattori, come la qualità creditizia degli emittenti delle obbligazioni,
o l’influenza del cambio valutario, se si acquistano strumenti in valuta estera, senza la copertura valutaria.

Conoscere questi concetti e conoscere in quale scenario ci si trovi, è estremamente importante al fine di  scegliere gli strumenti giusti per comporre un portafoglio equilibrato e adatto alle proprie esigenze.

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