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Conosci le polizze a gestione separata, dette anche rivalutabili di ramo 1? Ti sono state proposte o ne possiedi già una o più?

Se non sai cosa siano o non ti è chiaro come funzionano, puoi scoprirlo leggendo questo articolo, così da farti un’idea se possano essere uno strumento utile nella tua situazione. Questo articolo è il secondo di quattro dedicati alle polizze vita. Se non hai letto il primo, puoi recuperarlo ora: Polizze vita come investimento abbinato a garanzia per caso morte

Polizze gestione separata

Cosa sono?

Le polizze a gestione separata sono degli strumenti così chiamati perché il patrimonio che vi è investito è separato dalle altre attività della compagnia assicurativa e quindi maggiormente tutelato. Sono polizze sulla durata della vita umana e sono dette di ramo 1.

Ciò che destini ad una gestione separata viene investito per la maggior parte in titoli di stato, soprattutto italiani ed europei e in misura minore in titoli emessi da aziende, sempre nel rispetto del criterio della prudenza.
In conseguenza al moderato rischio dei titoli in cui investono, queste polizze non offrono rendimenti particolarmente elevati.

Come funzionano le polizze gestione separata?

Le gestioni separate hanno la particolarità di mantenere il loro valore stabile nel tempo e di non subire la volatilità dei mercati finanziari, garantendo così a chi le sottoscrive una tranquillità emotiva, assieme alla garanzia di rimborso del capitale versato, garanzia talvolta comprendente anche la rivalutatazione annuale del rendimento ottenuto dalla gestione, al netto dei suoi costi.

Di fatto però i titoli interni alla gestione separata subiscono delle oscillazioni di valore dovute al loro andamento nei mercati finanziari, ma vengono comunque valorizzati contabilmente nel bilancio della gestione al costo di acquisto, fino al momento del loro rimborso o della loro eventuale vendita.

Per spiegare questo concetto considera ad esempio che la gestione separata compri un titolo il cui valore è €.1000.
La compagnia manterrà nel bilancio della gestione questo titolo a €.1000, a prescindere dal suo valore nel mercato. Ciò fino al momento della sua vendita o del suo rimborso.

In questo modo il valore che versi nella gestione separata può solo crescere, aumentato annualmente del rendimento ottenuto dalla stessa.

In passato le compagnie offrivano dei rendimenti minimi garantiti, ma con il ribasso dei tassi di interesse degli ultimi 10 anni questa garanzia è andata scomparendo.

Da cosa deriva il rendimento di una gestione separata?

Il rendimento è dato da cedole e dividendi riconosciuti dai titoli in portafoglio e dagli utili o perdite generati via via da vendite e/o rimborsi degli stessi. Esso va a incrementare il valore di quanto hai versato, al netto dei costi.

Quali sono i costi in una gestione separata?

Nelle gestioni separate vi sono diversi tipi di costi:

  • I caricamenti sui premi versati che riducono il valore destinato all’investimento e che sono trattenuti subito dalla compagnia, in misura fissa o in percentuale.
    A titolo di esempio, supponi di versare un premio di €.10.000 in una gestione separata con costi di caricamento sui premi dell’1%. Il valore trattenuto dalla compagnia sarà di €.100,00 l’investito di €.9.900.
  • Gli oneri di gestione. Essi vanno a ridurre il rendimento annuo della gestione.
    Possono essere applicati dalla compagnia di solito in due modi.
  • In misura percentuale fissa che mediamente si aggira attorno al 1%-1,5%, sottratto al rendimento annuo della gestione.Quindi se ad esempio la gestione ha reso il 3% e il costo di gestione è stabilito nell’1,3%, a te sarà riconosciuta la differenza, ovvero l’1,7%
  • Tramite l’applicazione di un’aliquota di retrocessione. La compagnia si trattiene una quota parte del rendimento e la differenza ti viene riconosciuta. In questo caso la compagnia trattiene, ad esempio, il 20% del rendimento annuo e il resto rimane a te. Quindi nel caso di un rendimento annuo del 3%, il 20% di esso, pari allo 0,60% è trattenuto dalla compagnia e l’80% ti viene riconosciuto, pari al 2,40%.
  • Penali di uscita: in molte polizze a gestione separata vengono applicate nei primi anni dalla sottoscrizione delle commissioni di uscita, di norma decrescenti fino all’azzeramento, anno dopo anno. Hanno lo scopo di scoraggiare la vendita dal prodotto dopo poco tempo.

Quali sono i vantaggi offerti da una gestione separata?

  • Il beneficiario può essere chiunque (anche al di fuori di parenti e affini)
  • Non concorre alla formazione dell’attivo ereditario ed è esente da imposte di successione. Considera che se hai un patrimonio complessivo inferiore a 1 milione di euro, i trasferimenti al tuo coniuge o ai tuoi figli o ai tuoi parenti in linea retta sono esenti da imposte di successione. Per approfondire, puoi leggere le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate con le  attuali regole sulle imposte di successione.
  • È impignorabile e insequestrabile
  • È esente da imposta di bollo (pari oggi allo 0,20% del valore investito)
  • Offre una tranquillità emotiva (ideale per persone anziane o avverse al rischio),
    con la protezione dalle oscillazioni del mercato
  • Talvolta offre un rendimento minimo garantito, che, per chi detiene vecchie polizze poteva essere anche del 3-4%, ma che nei contratti degli ultimi anni si attesta allo 0%. Forse dopo il recente rialzo dei tassi di interesse potremo vedere in futuro nuove proposte di polizze gestione separata con rendimenti minimi garantiti più alti dello 0%.

Quali sono gli svantaggi delle polizze gestione separata?

  • I rendimenti non particolarmente elevati generati da questo tipo di prodotto sono pesantemente erosi dai costi applicati e la parte che rimane e che incrementa il valore di quanto versato è veramente molto magra.
  • Vi è un rischio, anche se remoto, che la compagnia assicurativa possa non essere sufficientemente patrimonializzata per far fronte a numerose e contemporanee richieste di rimborso da parte dei clienti. Per tutelare i clienti da questo rischio, la Legge di Bilancio 2024, ha previsto l’obbligo di creazione di un fondo di garanzia, a carico delle compagnie assicurative che raccolgono o intermediano un valore di premi superiore a €.50.000.000. Il fondo avrà la stessa funzione del fondo interbancario di garanzia delle banche. La norma, tuttavia, permette loro di accantonare il valore minimo richiesto con molta tranquillità, nell’arco di 11 anni. La scadenza prevista per arrivare a regime è stata fissata nel 2035!

Come sono tassate le polizze gestione separata?

Per l’investitore persona fisica la tassazione viene calcolata sul rendimento ottenuto dalla polizza e viene addebitata al momento del suo rimborso come imposta sostitutiva.
Ciò significa che una volta pagata non è necessario dichiarare questa entrata nella propria dichiarazione dei redditi o mod.730.

L’aliquota dell’imposta sostitutiva è variabile e dipende dalla quota media di titoli di stato e di altri titoli presenti nella polizza nel periodo in cui la si è detenuta.

I titoli di stato europei o di altri stati in white list subiscono alle norme attuali una tassazione del 12,50%, mentre ai titoli differenti viene applicata una tassazione del 26%.

La compagnia rileva, per ogni anno di permanenza nella polizza, la quota di titoli di stato e white list e la quota di altri titoli e alla liquidazione calcola una percentuale media degli uni e degli altri, determinando così quanta parte di rendimento è stato generato da titoli soggetti a imposta al 12,50% e quanta parte da titoli soggetti a imposta del 26%. Calcola quindi il valore dell’imposta complessiva come somma delle due parti.

Un esempio concreto

Supponiamo tu abbia acquistato la gestione separata nel 2018 e disinvesta nel 2022 e che il suo portafoglio fosse stato costituito come nella tabella sotto riportata

Per l’investitore persona giuridica (azienda) invece il rendimento della polizza al rimborso viene considerato reddito imponibile, sommato agli altri redditi prodotti dall’azienda e assoggettato alle imposte di legge previste per le aziende.

Cosa è accaduto negli ultimi anni fino al 2022?

Negli ultimi anni i titoli di stato italiani ed europei hanno offerto rendimenti sempre più ridotti rispetto al passato. Conseguentemente anche i rendimenti offerti dalle gestioni separate, piene di questi titoli, si sono via via ridotti nel tempo, tanto che una volta decurtati i costi di gestione della compagnia assicurativa, al cliente rimaneva ben poca cosa, rendendo questi strumenti sempre meno attraenti per i risparmiatori.

Per far fronte a questo problema e per cercare di generare maggior rendimenti, le compagnie hanno ridotto negli anni la parte investita in titoli di stato, investendo in altri titoli  più remunerativi, sempre nel rispetto comunque del principio di investimento in strumenti prudenti. Nel 2018 l’IVASS inoltre ha permesso la creazione di un fondo utili in cui ogni gestione separata può far confluire le plusvalenze generate dalle vendite degli strumenti al suo interno, per redistribuirle poi nell’arco di 8 anni, regolando quindi nel tempo i rendimenti.

Cosa è accaduto nel 2022-2023?

Tra il 2022 e il 2023 abbiamo vissuto il prepotente ritorno dell’inflazione, rimasta sonnecchiante per anni e risvegliata in seguito ai blocchi produttivi e di trasporto delle merci durante i lockdown del periodo pandemico, a cui è seguito il blocco delle importazioni di gas e petrolio dalla Russia, come sanzione per la sua invasione dell’Ucraina. Per contenere l’inflazione le banche centrali dalla metà del 2022 e per tutto il 2023 hanno dato il via al rialzo dei tassi di interesse più rapido e pesante mai visto fino ad oggi.

Quali sono le conseguenze di un aumento dei tassi di interesse sulle polizze gestione separata?

Prima di spiegare questo concetto, ricordo per chi non avesse alcuna conoscenza di finanza, cosa sono le obbligazioni. Volendo dare una definizione molto sintetica e semplificata, le obbligazioni sono dei titoli che rappresentano dei prestiti. Quando acquisti un’obbligazione presti dei soldi a chi l’ha emessa, fino a una scadenza prefissata. Di norma le obbligazioni sono emesse ad un valore fisso, di norma 100, o inferiore in alcune tipologie e vengono rimborsate a 100.

Se acquisti un’obbligazione alla sua emissione, hai diritto a ricevere un guadagno, che può derivare da cedole pagate periodicamente o dalla differenza tra il valore di acquisto (inferiore a 100) e di rimborso (a 100), fino alla sua scadenza. Se decidi di venderla prima della scadenza, il prezzo a cui la venderai dipenderà dal mercato.

Devi sapere che, qualora vi sia un aumento dei tassi, il valore di tutte le obbligazioni presenti nel mercato, titoli di stato compresi (dei quali le gestioni separate sono piene) si riduce in proporzione alla loro durata. Quindi tanto più lontana è la loro scadenza e tanto maggiore è il calo del loro valore.

Un esempio per capire meglio

Per fare un esempio semplificato, supponi di avere acquistato, in emissione al prezzo di 100, un titolo di Stato con scadenza tra 10 anni, con cedola del 0%. Se i tassi di interesse oggi aumentano del 5%, il rendimento di un titolo di Stato di nuova emissione, sempre con durata 10 anni, aumenterà al 5%.

Per essere altrettanto attraente per il mercato, il tuo titolo di Stato con cedola annua allo 0% dovrà offrire anch’esso un rendimento annuo del 5%, come il titolo di nuova emissione, e l’unico modo per fare ciò è che il suo prezzo scenda da 100 a circa 50 euro (con un calo del 50% del suo valore iniziale, pari al 5% per ognuno dei suoi 10 anni di durata!). In questo modo, chi lo acquistasse oggi a 50, otterrebbe comunque fino a scadenza un rendimento annuo del 5% derivante dal minor prezzo pagato.

Che conseguenze ha portato l’aumento dei tassi di interesse nelle gestioni separate?

  • La prima conseguenza è che in questo anno e mezzo, i titoli di stato europei (ma non solo) hanno subito forti cali di valore. Chi li ha acquistati direttamente, dopo i numerosi cali, ha ottenuto rendimenti superiori alle gestioni separate, con minori costi e minor rischio.
    Questo cambio radicale di scenario ha portato quindi molti risparmiatori a riscattare le proprie gestioni separate, optando per l’acquisto diretto dei titoli di stato.
  • La seconda conseguenza è che le gestioni separate hanno incamerato pesantissimi cali di valore per tutti i titoli di stato che avevano in portafoglio, con scadenze lunghe/lunghissime. Come detto, esse infatti riportano in bilancio i valori dei titoli al loro costo iniziale e quindi i cali che essi hanno subito non toccano il risparmiatore, ma creano alle compagnie un importante problema. Qualora infatti molti clienti dovessero richiedere contemporaneamente il riscatto delle loro posizioni, esse si vedrebbero costrette a dover intaccare le riserve accantonate e a vendere molti dei titoli in portafoglio per poter effettuare i rimborsi, concretizzando così le perdite dovute al calo di valore che questi hanno subito e prendendosene pienamente carico, dal momento che ai clienti non possono rimborsare un valore inferiore al capitale da essi versato.

Il caso Eurovita: cosa è successo?

Il caso della compagnia assicurativa Eurovita è stato l’esempio di questa tempesta perfetta.
La compagnia, con insufficienti riserve accantonate e in seguito al forte calo di valore dei titoli nella propria gestione separata, non sarebbe più stata in grado di rimborsare i risparmiatori che avevano acquistato i suoi prodotti.
Nel 2023 è stata quindi posta in amministrazione straordinaria, per intervento del Ministero dell’Impresa e del Made in Italy, su proposta dell’IVASS (Ente che vigila le compagnie assicurative).
Gli asset in gestione di Eurovita, gestioni separate comprese, sono stati distribuiti tra alcuni grandi gruppi assicurativi e in extremis i clienti sono stati comunque tutelati.

Il caso Eurovita, nonostante vi sia stato un lieto fine per i risparmiatori, è stato un terremoto nell’ambito delle gestioni separate, da sempre ritenute sicure e ha fatto emergere una potenziale fragilità nell’attuale sistema delle polizze vita.

Ricordati che…

Comprendere gli strumenti finanziari che ci vengono proposti è sicuramente importante per conoscerne limiti e potenzialità, ma la scelta di quali usare si può fare con consapevolezza solo se si è definito dove si vuole arrivare e quale sia il loro scopo nel tuo piano di vita.

La buona gestione delle tue risorse e del tuo patrimonio passa attraverso la pianificazione finanziaria e si estende a una corretta gestione del bilancio famigliare, all’investimento del risparmio orientato ai tuoi bisogni e obiettivi, fino alle decisioni in ambito assicurativo, previdenziale e successorio.

Questo approccio è la base per una vita finanziaria più serena e sicura. Contattami per saperne di più o per una consulenza personalizzata.

Nei prossimi due articoli approfondirò altre tipologie di contratti. Seguimi anche su FacebookLinkedIn Instagram per rimanere sempre aggiornato sui miei approfondimenti e non perdere i prossimi approfondimenti sulle polizze vita.

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